The human body is a holy book of God. Study it! Search it! Those who rose above the plane of senses and realized themselves, they realized God. This is the highest ideal of all.

Sant Kirpal Singh

Sette sentieri verso la perfezione

Scritto da Sant Kirpal Singh


Sant-Kirpal-SinghUn minuscolo seme contiene nel suo cuore una potente quercia che può fiorire pienamente quando riceve adeguato nutrimento e protezione. Bisogna innaffiare tutte le tenere piantine, bisogna concimarle, togliere intorno le erbacce e proteggerle con una siepe affinché non vengano danneggiate dagli animali che passano. Con il tempo l’albero cresce e diventa rigoglioso offrendo la sua ombra e protezione ai passanti e diventando fonte d’aiuto e ispirazione.

Esattamente nello stesso modo il sacro seme dell’iniziazione cresce meglio in un terreno fertile e ricco di alti valori etici e di amorevole compassione. Un impulso divino dal Maestro vivente per l’animo umano è un inizio felice per il lungo viaggio spirituale che deve intraprendere. Per questo ci è stato continuamente consigliato di praticare l’introspezione che ci aiuta a svilupparci e a far fiorire pienamente la divinità. Le cinque virtù cardinali elencate nel diario introspettivo riguardano l’intero campo dell’etica e sono di grande aiuto per invocare la misericordia divina. Tutti questi fattori sono brevemente trattati nei prossimi capitoli.


Virtù cardinali

1. Nonviolenza (Ahimsa)
E’ una virtù nobile che mette ognuno di noi allo stesso livello dei nostri fratelli e alla fine porta al principio della fratellanza dell’uomo e alla Paternità di Dio. Coltivare questa virtù richiede lo sviluppo di grande tolleranza nei confronti di tutti, a prescindere dai difetti e mancanze. Il diffondere il grande principio della Famiglia umana sul terreno del desiderio amorevole e compassionevole per il benessere di tutti costa pochissimo, ma conta molto. Un cuore pieno di compassione divina è la dimora di tutte le virtù.

Se guardiamo il problema da vicino, constateremo che normalmente non siamo preoccupati o irritati quando tutto si svolge in accordo con i nostri desideri. Non appena vediamo però che i nostri interessi sono contrastati o i nostri sentimenti feriti, inizia una catena di reazioni che portano all’aggressività nel pensiero, nelle parole, nelle azioni secondo il nostro carattere fisico, mentale o morale. Molti di noi sono convinti che sia un nostro diritto legittimo ripagare l’insulto vero o presunto con la stessa moneta, pochi invece considerano il perdonare e il dimenticare una virtù. Gesù ha sempre predicato le due virtù cardinali: (1) "Ama il tuo prossimo come te stesso" e (2) "Ama i tuoi nemici." Questo significa che per paura o debolezza dovremmo amare e perdonare i nemici? No, c’è qualcosa di etico e divino alla base di questo atteggiamento.

Il luogo dove il fuoco arde viene scaldato prima e poi il calore viene trasmesso all’atmosfera intorno. La stessa cosa vale per il fuoco della rabbia. Una presunta ingiustizia continua a bruciare nella mente come una spina. Quando non si riesce a sopportarne l’intensità, scatta la fiamma del rancore e del disprezzo (si inveisce a destra e a sinistra), la mente perde il suo equilibrio, e come una ferita infetta emette un cattivo odore che inquina l’ambiente circostante. Gran parte delle nostre ingiustizie e torti sono il risultato del nostro modo di pensare, poi questi pensieri ne generano altri che si moltiplicano in proporzione geometrica. Possiamo uscire da questo circolo vizioso solo cambiando il nostro atteggiamento nei confronti della vita. Perché sacrificare il nostro equilibrio naturale per sciocchezze, per cose insignificanti che non producono nessun risultato? Invece di rimuginare su questi presunti e immaginati errori sarebbe molto meglio contemplare gli aspetti più alti della vita, la divinità all’interno e all’esterno, perché questo mondo è veramente del divino e la divinità risiede in esso. Se veramente desideriamo Dio ed aspiriamo a raggiungere la Divinità, dobbiamo imparare ad amare la Sua creazione perché Dio non è nient’altro che amore.

San Giovanni ha proclamato con enfasi: "Colui che non ama, non conosce Dio perché Dio è amore."

Kabir disse: "L’anima umana è della stessa essenza di Dio.

Perciò dobbiamo cercare di vivere nel nostro habitat naturale che è l’amore e tutto quello che è e appartiene all’amore, perché abbellisce tutto sia all’interno che all’esterno. Noi viviamo grazie all’amore di Dio che è il principio di vita. Amore, vita e luce sono sinonimi. L’intera creazione è una manifestazione del Suo amore e Dio risiede in essa. E’ stato detto che l’intera creazione è nata dalla luce perciò nessuno sia chiamato "buono" o "cattivo". Intrinsecamente, tutti noi abbiamo le nostre fondamenta profondamente radicate nella luce e nell’amore di Dio, anche se possiamo non esserne consapevoli perché raramente riceviamo l’opportunità per sbirciare all’interno poiché siamo tutto il tempo assorbiti dall’ambiente esteriore e non abbiamo la minima idea di ciò che si trova nella vera essenza, nella fonte di tutta la vita che è amore e luce di Dio. Se lo conoscessimo e se lo mettessimo in pratica nella vita quotidiana, non potremmo fare a meno di vivere nel Suo amore.

Ahimsa (Nonviolenza) è l’aspetto pratico della vita divina e un frutto che cresce sull’albero della vita.

2. Sincerità
Dio è la verità e la verità è Dio. Una persona sincera lavora sempre nella Luce di Dio. Non ha nulla da temere nel mondo. E’ sempre vestita della luce divina e lavora e si comporta con semplicità, perché Dio è la sua ancora e il cielo il rifugio. Non dite bugie. Se lo fate, ingannate prima voi stessi e poi gli altri; in più dovrete raccontarne altre per coprire la prima bugia. Perciò si dovrebbe seguire il detto: "Siate sinceri con voi stessi – non ingannatevi." Se qualcuno è sincero con se stesso, non deve temere nessuno", perché è sincero col Dio in lui, che si trova in ogni cuore." Essendo consapevole dell’aiuto divino in ogni suo passo, dirà la verità, penserà la verità e agirà nella verità. Le calamità non possono danneggiarlo, la sfortuna non può perseguitarlo e le avversità non possono tendergli un agguato, perché la Forza Divina piena di grazia è la sua protezione e il suo aiuto. Questo tipo di cuore diventa la dimora di tutte le altre virtù. La verità non significa semplicemente dire la verità, pensare la verità, ma è un giusto modo di vivere. La verità è al di sopra di tutto, ma più alto ancora è il vero modo di vivere. Le nostre azioni dovrebbero essere esemplari, affinché dimostrino e denotino che apparteniamo ad una nobile scuola di pensiero basata sulla verità, la pietà e l’amore. Un albero si riconosce dai frutti che produce. L’albero divino della spiritualità ha bisogno di essere nutrito con l’acqua dell’Ahimsa e della sincerità. "La Verità," dice Kabir," è la più alta di tutte le virtù, mentre la falsità è il vizio più vile." La più vera delle verità risiede nel più profondo dell’anima e deve essere ricercata, portata alla luce e messa in pratica in tutte le nostre azioni. Il vero principio del suono è la fonte di tutta la vita, e contattandolo possiamo diventare veramente sinceri e la nostra vita può essere modellata secondo l’ideale della verità. Praticando la verità e vivendo sinceramente, ci si riveste nell’amore del Signore e l’amore si riversa su tutti. In tutte le quattro epoche, in cui Lui si è incarnato, Kabir ha predicato il vero principio del suono. Attraverso il contatto giornaliero con esso la vita si purifica e il corpo si trasforma in un recipiente pronto a ricevere la grazia divina.

3. Castità
La castità è vita e l’appagamento è morte. La morigeratezza è una virtù da osservare se si vuole avere successo in tutte le sfere della vita, sia mondane che spirituali. Una vita pura e casta è un terreno fertile nel quale il Santo Seme della Spiritualità cresce meglio. Consiste nel controllo di pensieri, parole ed azioni perché in ognuno di questi casi il veleno viene iniettato nella profondità della mente e si moltiplica con le impurità accumulate nelle innumerevoli epoche. Coltivare la castità è un compito arduo che richiede una lunga lotta per tutta la vita, veramente un impegno infaticabile. Sono fortunati coloro che praticano il celibato perché si trovano in una posizione migliore per seguire il Sentiero verso Dio rispetto a coloro che sguazzano nell’intemperanza. Una normale e sobria vita di coppia, come suggerita dalle scritture, non è un ostacolo alla spiritualità.

Un’analisi dei fatti della vita mette in evidenza che di solito molto dipende dall’ambiente e dal modo di vivere. La dieta gioca un ruolo importante per la formazione del modo di pensare. Il cibo che mangiamo, quando viene assimilato dall’organismo, tinge gli impulsi vitali col suo colore, e persino le ossa e il sangue prendono il colore del cibo che mangiamo. Gli alimenti deteriorati e sofisticati non possono essere fonte di vita. Per questo motivo i Maestri del sentiero spirituale consigliano la totale astinenza da carne, pesce, pollame e uova (sia fecondate che non) e da tutte le bevande alcoliche, dalle droghe e dalle sostanze stimolanti, poiché offuscano il pensare e accendono all’interno forti passioni rendendoci insensibili agli impulsi più alti della vita. “Diventate come pensate”, è un aforisma vecchissimo al quale si può aggiungere: “Com’è il cibo, così è la mente.”

Un’alimentazione naturale che comprende frutta, verdura, frutta secca, burro, pane e formaggio in quantità moderata, è molto nutriente sia per la salute che per la forza necessaria ad affrontare i doveri terreni e spirituali della vita. Un eminente medico ha detto: “Scaviamo la nostra tomba in cucina e la facciamo più profonda con i nostri denti.” Strettamente collegata a questo problema è l’inesorabile Legge del Karma di enorme rilevanza che è la Legge di Causa ed Effetto o di Azione e Reazione.” “Quello che si semina, si raccoglie” è un proverbio molto conosciuto che non ha bisogno di commenti. Non potete raccogliere rose seminando zizzania. Tutto nel mondo o del mondo deve essere pagato, persino le gioie e i piaceri hanno il loro prezzo. Non si può vivere senza pagare un pegno. “Il compenso per i peccati”, dice Cristo, “è la morte” e si può decidere se si è pronti a pagare per essa.

Osservando il celibato (Brahmcharya), si conserva il fluido vitale della vita (che è una grande risorsa per il corpo fisico e non è da sottovalutare) e ci armonizza con la Divinità intrinseca della vita che però si è smarrita nel potente vortice del mondo. La parte persa dell’impulso vitale della Luce Divina e della Corrente del Suono della Vita, come manifestato dal Maestro, non può essere recuperata se non siamo fermamente radicati in una vita casta. Una mente allo sbaraglio è il laboratorio del diavolo e perciò si consiglia di stare nel Ricordo del Maestro e di ripetere le Parole Cariche che sono un aiuto potente e un’ancora di salvezza per la mente mantenendola ferma nel tumultuoso oceano della vita. Dovrebbe essere chiaro che né la preparazione intellettuale né il ragionamento più sofisticato possono essere di aiuto nell’ora dell’agonia, ma lo è solo la protezione del Maestro piena di grazia.

I frutti maturi mantengono la loro freschezza finché rimangono sui rami, ma una volta raccolti possono essere conservati nel miele o in frigorifero. L’aura personale del Maestro pieno di grazia è il miele balsamico e la Sua amorevole protezione è la conservazione al fresco dove si trova la speranza per la liberazione da questa vecchia malattia. Le vite dedicate alla Sacra Causa di Dio hanno lasciato il ricordo delle loro preziose esperienze e dimostrano che nell’abbondanza c’è speranza per ognuno, ammesso che ci sia sincerità nell’impegno e che al di sopra di tutto ci sia l’appropriata guida e l’aiuto di un’Anima-Maestro veramente competente. Così come ogni Santo ha un passato e ogni peccatore ha un futuro, nulla può essere compiuto senza la Grazia della Forza del Maestro. Il discepolo-bambino deve naturalmente impegnarsi in qualcosa di utile e ripetere mentalmente i Sacri Nomi pieni di Carica, evitando le cattive compagnie e situazioni non adatte, come la cultura della letteratura e dell’arte indecente, ed evitare di guardare negli occhi degli altri, in particolare delle persone del sesso opposto, e attenersi rigorosamente ad un’alimentazione vegetariana, ben cucinata e in rigoroso equilibrio. Questi sono alcuni fattori di aiuto, che, se seguiti fermamente, a tempo debito portano risultati sicuri con la grazia della Forza del Maestro.

A questo punto può essere necessario dire alcune parole in merito a Brahmcharya. Letteralmente significa Sentiero (il sentiero pratico della propria condotta) che porta a Brahman o Dio e consiste nel controllare tutti i sensi e incanalarli nella giusta direzione; in altre parole, una vita di morigeratezza, sobrietà e auto-controllo, includendo la totale astinenza da tutti i cibi e bevande nocivi. Una vita così è “un sine qua non”, una condizione indispensabile per percorrere il Sentiero Verso Dio o verso Brahman e agli aspiranti viene consigliato di essere scrupolosi.

4. Umiltà Amorevole
L’umiltà è un pregio dei Santi. Questa qualità li onora sia agli occhi degli uomini che agli occhi di Dio. Un vero Santo Maestro vede la Luce di Dio in ogni essere vivente, e perciò non c’è da meravigliarsi se incontra ogni discepolo ad un livello di parità e tratta lui o lei come se stesso. Come il ramo che carico di frutti si piega verso il basso per il peso, così è il Maestro che carico dei tesori divini al Suo interno incontra con amore tutti coloro che vanno da Lui, a prescindere da considerazioni sociali e religiose, per partecipare alle Sue ricchezze e seguire il Sentiero verso la Casa eterna del Padre.

“Servizio prima del Sé” è un dono raro. Quando lo stesso “Sé” opera in ogni creatura vivente dovremmo essere felici di servire per il piacere di farlo. “Sé” e “Servizio” sono due aspetti della divinità. La comprensione della natura condivisa dell’universo, nonostante i suoi disegni e modelli multicolore, porta un atteggiamento di equilibrio che a sua volta ci eleva e ci dà serenità e se ci impegniamo nel servizio verso tutti cominciamo a vedere che questo principio funziona in tutta la creazione. Così come la più piccola ruota è indispensabile per il funzionamento di un grande meccanismo, allo stesso modo, se partecipiamo all’ esecuzione di un compito secondo la Sua Volontà, tutto è bello e pieno della manifestazione divina. Una tale idea rafforza i preziosi legami dell’amorevole fratellanza e ottiene l’approvazione del Signore e del Maestro.

Oh Nanak! La dolce lingua pregna di umiltà è l’essenza di tutte le virtù.”

St. Agostino ha messo in risalto la virtù dell’umiltà. Per prima l’umiltà, umiltà per ultima e umiltà ovunque, ecco l’argomento del suo pubblico discorso inaugurale rivolto agli studenti. Al di là di questo, disse, che non aveva nulla da dare loro. In modo analogo una volta Kabir ha dichiarato che viveva in umiltà semplicemente come un pesce che vive nell’acqua, perché questo innalza l’uomo allo stato di deva o dei. Questa è l’unica virtù che permette a una persona di entrare nella Corte dei Santi. Per la venuta dell’Amato dobbiamo svuotare il nostro sé dall’interno e poi vivere per sempre in Lui. Una volta Kabir disse che era andato alla ricerca di una persona cattiva, ma che in tutto il mondo non era riuscito a trovarne nemmeno una e alla fine quando guardò dentro di sé vide che era lui il peggiore di tutti. Questo è il massimo dell’umiltà. Kabir disse anche: “Sono inferiore rispetto agli altri e tutti sono migliori di me – coloro che hanno questo punto di vista sono i miei amici.” Anche Nanak parlava sempre di se stesso come del “modesto Nanak,” “povero Nanak,” “Nanak, lo schiavo.”

Guru Amardas ha sempre chiesto a Dio di fare di lui “lo schiavo dei Suoi schiavi.” Il mio Maestro una volta ha detto che avrebbe voluto usare la sua pelle per farne scarpe per i piedi dei Suoi devoti.

L’orgoglio di possedere beni materiali, il sentirsi superiori grazie alla conoscenza spirituale o intellettuale, la vanità per le cose mondane e la posizione sociale possono fuorviare la mente dell’aspirante spirituale, ma nel corso del tempo tutte queste cose si dissolvono nell’aria. In contrapposizione, un cuore pieno di umiltà reverenziale è pronto a ricevere la Sua grazia, un recipiente che quando è colmo trabocca automaticamente verso gli altri. Per una persona umile nessun sacrificio è troppo grande per perseguire lo sviluppo spirituale; mentre una persona orgogliosa indugia all’infinito e addirittura può perdere l’occasione quando si offre. Il tempo e la marea non aspettano nessuno. La nascita umana è un vantaggio inestimabile concesso dalla Providenza nell’ascendente scala dell’evoluzione e la perfezione spirituale alla quale tutti aspiriamo è il suo obiettivo più alto. Sono fortunati coloro che sono stati trovati, selezionati e iniziati ai Misteri dell’Aldilà e sono connessi alle qualità divine della Sacra Luce e del Suono Celestiale. Sta a noi adesso “fare il fieno finché risplende il sole.” Se facciamo solo un passo avanti, Lui ne farà milioni per accoglierci e salutarci.

L’idea stessa di raggiungere la perfezione spirituale è un felice augurio e il preludio all’avventura più grande della vita. E’ la Grazia Divina che quando viene risvegliata porta con sé un pensiero così sublime. Questo grande Mistero della Vita non può essere risolto con deduzioni intellettuali o ragionamenti sofisticati che generano conoscenza ma non saggezza, che possono far sì che l’orgoglio di imparare e il comando rendano ancora più difficile l’accesso al Regno di Dio. L’apice di tutta la conoscenza è il capire la condizione attuale di trascuratezza del nostro sé e il grande struggimento di cui siamo a malincuore prigionieri e incapaci di fuggire. Uno sguardo più attento rivelerà che l’anima è ricoperta da veli molto spessi di ignoranza e che è trascinata su e giù senza speranza nell’infinito vortice della gigantesca Ruota della Creazione.

5. Dieta
Come già detto nel capitolo della Castità, la dieta gioca un ruolo importante e completo nella vita di un’aspirante spirituale e perciò dovremmo darle la giusta importanza. Tutti i cibi e bevande sconsigliati dovrebbero essere scrupolosamente evitati anche se suggeriti dal medico, perché nessuno di essi può prolungare la vita che è già stabilita, né può dare nutrimento. E’ sicuramente una credenza sbagliata affermare che la carne e le uova diano più energia o forza; al contrario questi alimenti aumentano il desiderio sessuale che alla lunga causa una grande dispersione di energia.

E’ gratificante sentire che in tutto il mondo ci sono persone che pian piano apprezzano i benefici della dieta vegetariana, e i leader di questo pensiero hanno cominciato a diffonderne l’importanza. Finora sono state organizzate ben quattordici Conferenze in diverse parti del mondo. Anche l’India nel 1957 ha avuto il privilegio di ospitarne una e rappresentanti di diverse parti del mondo si sono riuniti per condividere i loro punti di vista a Delhi, capitale storica e onorata sin dai tempi antichi.

Un’ampia parte dell’opinione pubblica ha recentemente cominciato a dare più importanza a quello che viene definito “vegano” per distinguerlo dal “vegetariano”. Se consideriamo ad esempio le capre, i cavalli, i tori e gli elefanti, notiamo quanto siano sani e forti, cosicché in tutta la terminologia meccanica, si indica la capacità di potenza col termine “forza da cavallo”.

Inoltre, è bene non mangiare carne né bere vino o quello che ha fatto inciampare tuo fratello.”

“E Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.” (Genesi 1:29)

Il Vangelo dei dodici Apostoli:
“Non dovreste mangiare carne, né bere bevande forti; il figlio che sarà consacrato a Dio, sin dal suo concepimento nel grembo della madre, non dovrebbe mangiare carne, né bere bevande forti, nessun rasoio dovrebbe toccare la sua testa.” Maria e Giuseppe, i suoi genitori, sono andati a Gerusalemme per il censimento e si sono comportati nella stessa maniera dei loro fratelli che si sono astenuti dallo spargimento di sangue, dal mangiare carne e dal consumo di bevande forti.

“… e non mangiate tutto quello che vi viene messo davanti. Non dovreste toccare il cibo che è stato ottenuto togliendo la vita, non è buono per voi. … Il Figlio dell’Uomo non è venuto per distruggere, ma per salvare; non per prendere la vita, ma per dare la Vita al corpo e all’anima.”


Meriti

1. Servizio altruistico
L’uomo è una triplice entità, fatto di corpo, mente e anima ed è doveroso essere al servizio dei propri fratelli in tutti e tre gli ambiti. “Con amore servitevi l’uno l’altro” è l’esortazione di San Paolo. Un testo persiano dice: “Il servizio onora il servitore.”

“Il Servizio Disinteressato” è una grande virtù ed è di per sé la ricompensa. Questo è il tema centrale dei sacri insegnamenti dei Maestri. Il Maestro Vivente è l’incarnazione del Servizio Disinteressato. Lui è sempre pronto a correre in tutto il mondo per aiutare i Suoi Figli Amorevoli, senza preoccuparsi della Sua comodità. E’ una Legge Divina che Lui rivela e che osserva in prima persona. Per la grande compassione verso i suoi fratelli Lui si pone al loro servizio per riscattarli dalla “Grande Ruota” invertendo la direzione dell’attenzione all’interno e collegandoli all’ancora di salvezza. Più ci dedichiamo al servizio altruistico, più il nostro sé si espande e alla fine sarà in grado di abbracciare l’intera creazione. Noi dobbiamo perciò assumerci il compito di portare il messaggio del Maestro in ogni angolo del mondo, affinché le persone possano conoscere la meravigliosa opportunità che hanno e utilizzarla al meglio.

Il servizio disinteressato può assumere diverse forme secondo i mezzi e le capacità di ognuno. Alcuni possono prestare servizio ai bisognosi, ai poveri, alle persone oppresse, agli ammalati e ai disabili, dando loro una mano nella sofferenza.

Se vi prendete cura di una persona ammalata o afflitta, servite la Causa Divina. Naturalmente non potete eliminare la malattia o il dolore, ma sicuramente potete contribuire ad alleviare la sofferenza con parole ed azioni gentili. Ogni dolce parola espressa o una mano tesa in aiuto a chi soffre diventa un lungo percorso sulla via di purificazione della mente e del corpo. Un cuore amorevole è un recipiente pronto a ricevere la Divina grazia perché Dio è Amore. “Chi non conosce l’amore non può conoscere Dio perché Dio è Amore”, dice San Giovanni. L’amore non conosce barriere e distinzioni sociali. L’amore scorre allo stesso modo e liberamente verso tutti, superando tutti gli impedimenti.

Una persona ricca con un cuore amorevole dovrebbe avere il desiderio di condividere le sue ricchezze con i disagiati e bisognosi e usare i propri soldi per scopi caritatevoli e filantropici.

Il sistema del destinare una parte del proprio reddito ad uno scopo caritatevole è diffuso praticamente in tutte le religioni più affermate del mondo, ed ha un profondo significato perché pagare la decima dimostra quanto una persona sia onesta e le sue offerte riflettono la sua generosità.

Negli antichi documenti è scritto che in tutti i paesi dell’Est, dall’Egitto all’Afghanistan e in tutto il mondo cristiano si applicava il sistema del pagamento di un decimo del guadagno per il bene comune delle persone. Fra i Musulmani c’è l’istituzione del “Zakat” che richiede ad ogni persona di destinare in beneficenza un quarantesimo della sua proprietà. Tra i sikh e indù questo sistema è conosciuto sotto il nome di “Daswand” che significa decimo. Il Maestro però lo ha esteso (al di là dei guadagni monetari) al dedicare tempo alla meditazione, due ore e mezzo delle 24 ore. I Maestri inoltre impongono di “essere in accordo con Dio e di condividere i guadagni con tutte le persone bisognose.” Kabir disse: “Se donate del denaro, questo non diminuirà. Se non ci credi, provaci e verifica.”

Le offerte però devono essere libere e spontanee e non ispirate dal pensiero di ricompensa o essere la conseguenza di richieste esterne, perché in quel caso invece di essere una fonte di liberazione diventano una fonte di legame. Inoltre, la carità non dovrebbe essere malriposta, ma si dovrebbe destinare là dove si alleviano le sofferenze delle persone indigenti. Di fatto, il Maestro onnisciente è il migliore giudice poiché sa come utilizzare al meglio le donazioni dei Suoi discepoli destinandole ad uno scopo veramente utile. Bisogna saper discernere ed essere molto attenti, poiché in seguito all’uso improprio del proprio denaro guadagnato con fatica si possono creare ulteriori debiti karmici invece di liquidare quelli già esistenti poiché ogni azione, per quanto possa essere buona, ha una reazione e crea legame. In questo caso può essere un legame di catene dorate, come Lord Krishna ha sottolineato al Principe guerriero Arjuna quando gli disse che tutte le azioni, buone o cattive che siano, creano sempre un legame fatto di catene d’oro o di ferro. San Ignazio di Loyola ha detto: “I semi della santità e del peccato sono già in noi.” Tutto dipende da quello che decidiamo di coltivare nel giardino della nostra anima.

2. Esercizi spirituali
Gli esercizi spirituali sono una parte essenziale nella vita di un’aspirante e dovrebbero perciò essere un "dovere" quotidiano. La ripetizione delle Cinque Sacre Parole Cariche ricevute oralmente o mentalmente nel momento della Sacra Iniziazione, non è un compito difficile, ma contiene un significato profondo.

Anche se all’inizio sembra così semplice e facile ottenerne la padronanza, ci vuole tanto amore e forza d’animo. Comprenderete che i Nomi Sacri trasmettono l’Impulso Vitale del Maestro che fa miracoli quando ritira le correnti sensoriali del corpo verso il punto in mezzo agli occhi e in questo modo prepara l’anima per il Viaggio interiore verso le regioni di beatitudine e di armonia. Si dovrebbero, pertanto, stabilire certe ore per la meditazione, mantenerle fisse e rispettarle seriamente e con regolarità perché ognuno di questi pasti è nutrimento dell’anima e noi siamo guidati all’interno verso la Luce Divina che disperde l’Oscurità dell’Ignoranza. E’ come ogni giorno purificare il recipiente per ricevere la Grazia Divina. La meditazione quotidiana ci purifica dalle scorie che produciamo a livello dei sensi. La seconda parte importante della meditazione è l’ascolto della Sacra Corrente del Suono, l’Udibile Corrente-Vitale, che proviene dalla parte destra. E’ un aspetto di uguale importanza degli esercizi spirituali e non deve essere ignorato e perso di vista. Dopo l’iniziazione è compito del discepolo arricchire di giorno in giorno le proprie esperienze spirituali e con la grazia del Maestro può sicuramente ampliare il suo terreno a piacimento, aprendosi a nuove prospettive di suprema gloria e beatitudine.

In poche parole, l’introspezione aiuta a tagliare i rami ed a eliminare tutto quello che è indesiderabile, mentre la meditazione (gli esercizi spirituali) colpisce il tronco dell’albero della vita mondana.

Prima di concludere questo scritto, è utile che dica qualcosa in merito all’enorme quantità di corrispondenza di cui il Maestro ogni giorno si deve occupare. Questo lavoro, che mi auguro apprezziate, col passare del tempo sta aumentando a dismisura e miei cari dovreste stare attenti a questo. Non voglio dire però che non dovete scrivere lettere al Maestro, al contrario, siete invitati di farlo soprattutto se si tratta di trovare soluzioni per i vostri problemi o se desiderate ricevere istruzioni relative ad esperienze mistiche interiori per le quali solo il Maestro è competente nel dare consigli di vitale importanza quando vi rendete conto che i rappresentanti locali non sono in grado di darvi risposte soddisfacenti.

Per tutte le questioni di routine e guida per la vita quotidiana può essere più facile e veloce parlarne con i rappresentanti locali del Maestro, i quali, secondo le Sue istruzioni, dovranno consultarlo in merito a tutte le questioni che non si sentono di trattare in maniera soddisfacente e senza esitazione.

Con tanto amore e profonda stima per tutti voi,

Con affetto, Kirpal Singh.

 

 

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